È una di quelle mattine che alle 9 sei già stanco morto. Ti sei alzato presto, in silenzio per non svegliare le tue donne e hai subito baciato una calda tazza di caffè. La tieni fissa sulla scrivania mentre scrivi come un disperato, aspettando l’alba. Hai vestito la tua piccola con dei pantaloncini a fiori e l’hai convinta ad entrare nel passeggino per portarla all’asilo. Hai spento il telefono per un’ora e adesso ritorni a lavoro mentre digiti il codice pin e speri che non ci siano stati disastri di natura globale durante il tuo periodo di sconnessione dal mondo. Sei distratto, non guardi le insegne e neanche le persone, cammini come un automa ad abbracciare le prossime scadenze…

Poi, improvvisamente alzi lo sguardo e, in lontananza, la vedi…

È la sagoma di tua madre, 100 metri davanti a te. Lo sai che non può essere lei. Lo sai che è impossibile. Lei vive a 1000 chilometri. Lontana da Milano. Ma la sagoma che vedi è la sua. Stessa statura, stessa corporatura e passo identico.

Improvvisamente dimentichi tutto. La segui come facevi da bambino. Vedi che svolta un angolo e svolti anche tu. Vorresti correre ad abbracciarla, ma non devi farlo. Ti accorgeresti che non è lei. Allora la segui ancora, a distanza, assaporando ogni suo passo. Senti la sua voce. Ti sta dicendo che se fai il bravo ti preparerà la tua torta preferita. Annuisci con la testa.  Si porta una mano fra i capelli come fa di solito e si sistema la borsa. Le dici di non correre così veloce perché tu sei ancora piccolo e non riesci a tenere il suo passo. Lei allora si ferma, ti sorride e ti prende in braccio. Girate per le strade strette del tuo paesino salutando tutti quelli che incontrate. Lei ti posa un bacio sulla fronte. Sorridi, il tuo cuore è colmo di gioia.

Non ti rendi conto di avere accelerato il passo. Stai quasi raggiungendo la signora che si trova davanti a te e capisci che è il momento di fermarti.

Lasciala andare. Non è tua madre, anche se per un attimo lo è stata e ti ha regalato un momento di vera felicità. È stato bello.

 

–       Tanti auguri mamma. Lo sai che ieri sei venuta a trovarmi e abbiamo passeggiato insieme?

–       …

Di Salvatore Viola

Scrivo per professione e scrivo per piacere, ma scrivo anche perché ho la tremenda necessità di farlo. Il mio lavoro? Faccio tante cose, ma sono prima di tutto un padre e cerco di esserlo nel migliore dei modi possibili, ovvero provandoci senza sosta.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *